Bompiani Story. Valentino Bompiani avventure di un editore by Luca Scarlini

Bompiani Story. Valentino Bompiani avventure di un editore by Luca Scarlini

autore:Luca Scarlini [Scarlini, Luca]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bompiani
pubblicato: 2022-01-31T23:00:00+00:00


Senza prediche, con il solo linguaggio dei fatti si condanna quel modo di considerare la vita avendo per soli ideali, il denaro, gli amori e ogni scrupolo o rimorso buttato dietro le spalle.

Essi vengono definiti

di formazione cattolica e inclinazione giansenista, hanno stupito il pubblico, per l’abilità, rara nel teatro italiano, di navigare, con precisione, in una tematica morale e religiosa, a colpi di riso.

La pièce, adattata, con numerosi tagli, e decise proteste degli autori, da Albert Husson, andò in scena a Parigi nel 1962 al Théâtre de Variétés, per la regia di Jules Dassin, protagonisti una nervosa, assai agitata Melina Mercouri e Jean-Pierre Aumont.

Nell’archivio Bompiani in RCS c’è una lettera di Franco Brusati all’editore del 12 marzo 1963, seccato per una recensione assai negativa de La fastidiosa scritta da Arnaldo Frateili su Sipario, che aveva rifiutato la pubblicazione del testo, prima concordata.

Nel 1964 debuttò a Spoleto (protagonisti Tomas Milian e Barbara Steele) L’isola (il testo questa volta venne edito da Feltrinelli), commedia di Fabio Mauri in cui l’autore con Fiorella Mariani firmava le scene. Una tragicommedia pop, per le ironiche musiche di Gino Negri, intorno alla classica situazione di Robinson Crusoe, con un naufrago su un’isola deserta, dal nome collettivo di Omo, tormentato eroticamente dalla bella e capricciosa Sirenella.

Due anni dopo, Mauri realizzò la regia de L’isola insieme ad Alberto Bonucci, storico partner di Vittorio Caprioli e Franca Valeri per lo Stabile di Roma, protagonisti lo stesso Bonucci e Rosemarie Dexter; per la scelta delle due attrici inglesi scattò una diffusa polemica con i sindacati. L’autore discusse con l’Avanti, in modo diretto, reagendo a una inchiesta sul teatro romano di Oretta Bongarzoni. Il 24 aprile 1966 inviò una lettera al giornale, assai pungente, in cui affermava:



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